Sono 543 gli accessi totali allo Sportello Emergenza Ucraina attivato nell’Ambito del Rhodense, contati dal 24 febbraio ad agosto. E alla data odierna sono stati erogati € 22.051,66 come sostegno ai rifugiati in fuga dai bombardamenti e alle famiglie che li hanno accolti, grazie a quanto donato dai cittadini del territorio.

Questi dati e un report denso di informazioni sono stati presentati questa mattina alla sede Sercop di via dei Cornaggia 33 da Sara Santagostino, presidente della Conferenza dei Sindaci – Sindaco di Settimo Milanese; Paolo Bianchi, presidente del Tavolo Rhodense delle Politiche Sociali – Assessore alle Politiche sociali del Comune di Rho; Paola Pessina, presidente di Fondazione Comunitaria Nord Milano; Guido Ciceri, direttore di Sercop; Primo Mauri, presidente di Sercop.

La modalità con cui si è affrontato l’arrivo dei rifugiati è stata indicata come modello da replicare per affrontare momenti di emergenza. La cabina di regia che ha coinvolto i nove Comuni del Rhodense ha saputo far dialogare pubblico, privato ed enti filantropici. I sindaci, infatti, non si sono fatti cogliere impreparati ma hanno costituito un fronte comune per contrastare i disagi dovuti al conflitto in corso.

La crisi bellica in Ucraina ha dato avvio a una situazione emergenziale alla quale il nostro territorio ha dato subito una risposta in termini di aiuti, sia economici che socio-culturali. La gestione è stata coordinata da una Cabina di Regia nominata dall’Assemblea dei Sindaci dell’Ambito territoriale,  che ha visto coinvolte una componente politica, nelle persone del Sindaco di Settimo Milanese Sara Santagostino e in quella dell’Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Rho Paolo Bianchi, e una componente tecnica composta da rappresentanti di Sercop quali il Direttore generale, il Direttore di Produzione e la Responsabile Area Inclusione, con l’obiettivo di tenere in rete le realtà dei territori che si erano attivate.

Questo ha permesso l’attivazione immediata di una serie di interventi; tra questi la creazione di uno sportello dedicato in cogestione tra Sercop, Cooperho e Intrecci, attivo anche tramite un numero verde, mirato a fornire supporto sia alle famiglie del territorio disposte ad accogliere sia ai profughi in fuga dal conflitto. Lo sportello ha garantito per ogni giorno di apertura la compresenza di 2 operatori con la figura dell’assistente sociale sempre presente.

Per le famiglie che hanno aperto le porte delle loro case a persone in fuga è stata promossa un’azione di sostegno economico tramite un regolamento, la cui stesura è stata delegata a Sercop, che garantisse per tutti gli stessi criteri di accesso ed erogazione dei fondi. A oggi i nuclei che hanno presentato richiesta di contributo sono 27 per un totale di 58 persone ospitate. Al momento altre 10 persone sono in lista d’attesa per esaurimento dei fondi a disposizione.

Nel contempo l’incontro tra comunità e servizi ha coinvolto anche il Servizio Affidi di Sercop che si è concentrato sull’accoglienza di minori stranieri non accompagnati e, a questo proposito, i Sindaci dell’Ambito hanno promosso e sostenuto momenti di orientamento e informazione alle famiglie per sensibilizzare i nuclei familiari all’accoglienza. Di fatto poi non sono stati registrati casi di minori non accompagnati, ma i colloqui effettuati hanno fatto emergere nuovi scenari di accoglienza diffusa.

Con l’avvio dell’emergenza la popolazione ha manifestato voglia di aiutare e offrire il proprio contributo per una giusta causa. Si è pensato quindi di creare uno strumento che raccogliesse la solidarietà della comunità locale e sin da subito si è andati alla ricerca di qualcosa che potesse rappresentare tutti. Di qui l’attivazione del “Fondo in Fondo” nato grazie al supporto di Fondazione Comunitaria Nord Milano.

La Campagna di raccolta fondi si è quindi dipanata nei territori per supportare i servizi di accoglienza per le famiglie del territorio del Rhodense che si sono prontamente attivate a sostegno dei profughi in fuga dal conflitto. Un riconoscimento importante, non solo per dimostrare gratitudine ai “cittadini accoglienti” ma anche un aiuto concreto in questo momento di forte incertezza sul futuro e sull’aumento del caro vita.

Si sono trovati gli strumenti giusti per dare risposte omogenee su tutti i nove comuni – ha detto Sara Santagostino – Sono emerse risorse notevoli e molti hanno manifestato il desiderio di mettersi in gioco fin da subito. Sercop ha tenuto le fila e, pur nella drammaticità della situazione, è emerso il bello di sentirsi una comunità unita”.

Scelte complesse sono state assunte in modo snello e dinamico grazie alla cabina di regia – ha precisato Paolo Bianchi – Ambito tecnico, terzo settore e volontariato hanno unito le forze dando risposte a chi arrivava e a chi si rendeva disponibile ad accogliere. Si è fatto fronte ai bisogni primari, quindi Caritas, Intrecci, famiglie, parrocchie e oratori, scuole e associazioni sportive si sono date da fare per far nascere un Cas (centro accoglienza) e per favorire l’inclusione. Fondazione Comunitaria Nord Milano ci ha fornito sostegni importanti, siamo arrivati dove la raccolta fondi ha permesso di arrivare. Ora qualcuno vuole tornare in patria, qualcuno chiede di restare. L’emergenza non è finita e c’è ancora molto da fare”.

L’area maggiormente investita dall’arrivo di rifugiati è stata proprio quella a Nord Ovest di Milano, qui vivono già badanti che hanno accolto i connazionali. Il modello attuato nel Rhodense, nato dal basso, ha permesso aiuti notevoli. Fondazione Comunitaria ha messo in campo 105mila euro, grazie a quanto donato da Fondazione Cariplo, dai cittadini del Rodense, del Bollatese, di Cinisello e Sesto San Giovanni, e dalla Fondazione Restelli. Non tutto è stato erogato, ci sono ancora aiuti disponibili. Abbiamo ricevuto richieste da Intrecci, da Briciole di pane, dalla cooperativa GPII di Pregnana che ha accolto due donne, Aliona e Tatiana, con tre bambini. Aliona è stata poi assunta come cake designer, pasticcera esperta. Nostro mestiere è unire i puntini, tenere insieme le risorse”.
Paola Pessina – Presidente Fondazione Comunitaria Nord Milano

Quando si è in crisi, o si affoga o si esce migliori di prima – la sintesi di Primo Mauri – Unire le forze ha permesso di avere un’unica bussola da seguire, superando ogni steccato”.

Quello del Rhodense” ha concluso Guido Ciceri “è un territorio solidale e l’emergenza ha reso tutti consapevoli della necessità di unire le forze, perché è proprio mettendosi insieme che si costruisce una comunità” e ancora “Ora si passa dall’emergenza al consolidamento: la prima ondata emotiva è terminata, ma i bisogni continuano e si deve fare spazio all’integrazione”.

Il video della conferenza stampa: